Rinomata località balneare del Salento, Torre dell'Orso (marina di Melendugno, in provincia di Lecce) è nota a tutti per l'ampia spiaggia di finissima sabbia dorata e vanta un mare limpido per le correnti del Canale di Otranto.Acqua limpida e spiagge pulite, dunque, clima mite e piacevolmente ventilato, distese di sabbia con folta pineta attrezzata limitata da scogli, mare dai colori intensi e limpidi, è questa Torre dell'Orso. Ridente e attrezzata località balneare, particolarmente frequentata dal punto di vista turistico soprattutto in estate, Torre dell'Orso è stata, inoltre, più volte premiata con la Bandiera Blu d'Europa.Il nome torre deriva dalla presenza, sulla costa, di una torre, appunto, del XVI sec.utilizzata in passato per avvistare le navi turche dirette verso il Salento. Orso, invece, secondo alcune ipotesi farebbe riferimento alla foca monaca ma più verosimilmente sarebbe da ricondurre a Urso, cognome del probabile proprietario dell'agro nell'antichità.Torre dell'Orso è inoltre conosciuta perché offre al visitatore paesaggi incontaminati caratteristici della macchia mediterranea, grandi spettacoli naturali, favoriti in particolar modo, dalla limpidezza delle acque dove è possibile esercitare la pesca subacquea.Per quanto riguarda la costa, a ridosso della spiaggia, incastonata tra due scogliere erette per circa 40 metri sotto la vecchia Torre si trovano delle basse dune con una pineta, attraversata da un corso d'acqua chiamato Brunese. La scogliera è ricca di grotte, all'interno delle quali sono stati rinvenuti antici graffiti in greco e in latino, testimonianze di fede dei naviganti.Tra queste va ricordata, senza dubbio, la grotta di San Cristoforo.Essa si apre nella parete di roccia sul lato sud-orientale della Baia di Torre dell'Orso e si presenta come una escavazione a pianta rettangolare, probabilmente eseguita tra il IV e il III sec a. C.Nell'estremo sud della baia di Torre dell'Orso, invece, a poca distanza dalla spiaggia, si incontrano due faraglioni vicini e molto simili detti Le due Sorelle.La leggenda narra che "... un tempo vivevano due sorelle dalle fattezze meravigliose: un giorno, lasciata la campagna si recarono al mare per cercare un po' di frescura e di refrigerio alla calura estiva. Le due sorelle si recano sulla scogliera della baia di Torre dell'Orso e li soffiava un venticello odoroso di mare e di pini silvestri, cos' intenso e ammaliante che la sorella più giovane si sentì sempre più attratta dal mare...Giunse il momento che il mare si rivelò in tutto il suo splendore e la ragazza avviata dalle tinte smaglianti e dall'invitante frescura che sembrava emanare, senza esitare, si lanciò nel vuoto in un atto disperato d'amore.Le grida della sorella che in vano si dibatteva tra la spuma, destarono la sorella maggiore e a sua volta si buttò nel vuoto e nel vano tentativo di strapparla alla morte... In pochi istanti il mare si trovò a cullare due corpi inermi e senza vita...Le grida delle due sorelle, furono udite da un pescatore che si recò sul luogo e scrutò il mare, ma nulla vide se non meravigliato per la prima volta, due alti faraglioni posti l' uno a fianco all' altro, del tutto identici che sembrano abbracciarsi. Sul ritorno, sconcertato e turbato in cuor suo, il pescatore, per non aver mai notato prima quelle bellezze naturali, decise di chiamare quel luogo."
Una delle località balneare più belle e rinomate del Salento è quella di Torre dell'Orso. L'Unione Europea ha più volte premiato questa piccola località con la prestigiosa “Bandiera Blu”, che testimonia la limpidezza delle acque e la pulizia delle spiagge.
Un tempo era solo un piccolo centro di pescatori, oggi questo luogo si è trasformato in una sorta di centro turistico naturale, dove migliaia di vacanzieri ogni anno scelgono questo meraviglioso panorama per rilassare le proprie membra dopo un anno di duro lavoro. Il relax è di casa a Torre dell'Orso: basta guardarsi intorno per avere una sensazione di benessere scaturita dai favolosi scenari che la natura ci regala.
Basta poi alzare un po' il naso per scorgere l'antica torre di guardia, risalente al XVI secolo. Molto caratteristica perché posta su uno sperone di roccia che, qualche metro dopo la torre, si arresta di colpo per lasciare posto al mare. Dalla spiaggia si nota anche lo scoglio delle due sorelle, praticamente due scogli molto simili che si ergono dal mare e sembrano abbracciarsi. Così, la fantasia degli abitanti del posto, ha tramandato una leggenda su questi faraglioni che vede protagoniste due sorelle affogate e rinate sotto forma di faraglioni, quelli che si vedono dalla spiaggia, per l'appunto.
Credenze popolari a parte, i meravigliosi scenari di Torre dell'Orso rendono ogni vacanza da queste parti qualcosa di speciale. Essere a diretto contatto con la natura e con la bella gente della piccola frazione, rende tutto molto più interessante. Chiedete a chi ha già visitato questi luoghi e noterete nei suoi occhi un luccichio particolare, che ritroverete in ognuno che ricorda con piacere la propria vacanza a Torre dell'Orso.
Esattamente a metà strada tra Lecce e Otranto, sorge la piccola e graziosa cittadina di Melendugno. Un centro agricolo che gode di un grande flusso turistico nei mesi estivi, grazie alle acque limpide delle proprie marine che si affacciano sul Mar Adriatico: Torre dell'Orso, Torre Sant'Andrea, Torre Specchia, Roca Vecchia, San Foca e Borgagne. Questi antichi casali divennero parte di Melendugno agli inizi dell'ottocento, grazie alle tavole napoleoniche.
Per chi ama immergersi nella storia, consigliamo di fare una bella passeggiata tra le viuzze di Melendugno. Il centro storico è veramente ricco di case a corte, come per esempio lo splendido palazzo baronale D'Amely, visitabile purtroppo solo dall'esterno, che ha una base stellare molto particolare. Fate anche un giro alla villetta comunale, pulita e ben curata e non dimenticate di chiedere dei Frantoi Ipogei. Si tratta di sotterranei dove non filtra ne luce ne aria, nei quali i lavoratori camminavano scalzi. In questi luoghi poco agevoli, venivano torchiate le olive che grazie alla temperatura non troppo fredda d'inverno agevolava il lavoro.
Se avete modo di spostarvi anche nelle vicine campagne di Melendugno, noterete sicuramente delle strane costruzioni megalitiche, i dolmen. Si tratta di antiche tombe preistoriche a camera singola e nelle immediate vicinanze della città ve ne sono tre. Un ottimo modo per viaggiare nel tempo, con la fantasia, poco distante dalle tanto agognate spiagge pulite della marina di Melendugno.
A soli quattro chilometri da Melendugno, sorge un piccolo borgo dalle origini antichissime, che attrae l'attenzione dei turisti per le numerose case a corte che si conservano benissimo, come se il tempo qui si fosse fermato. Il suo nome è Borgagne.
Il nome deriva dalla fusione dell'antica denominazione Borgo D'Agne, cioè borgo del'agnello, poiché la pastorizia era la principale attività in questi luoghi. Già dal 1300 la storia di Borgo d'Agne comincia a cambiare, tanto che le documentazioni attestano che la famiglia provenzale degli Stendardo possedette sia il feudo di Pasulo che quelo di Borgagne. Da qui cominciò la storia medievale di questo feudo, che passava di proprietà molto spesso da una famiglia ad un'altra, arrivando fino in mano straniera.
Solamente con Ferdinando I d'Aragona, Re di Spagna, si ebbe il ritorno di proprietà italiana del feudo di Borgagne: infatti, il re decise di donare il feudo a Gaspare Petraroli per i servigi ricevuti. Fu il figlio di quest'ultimo a dare vita al Castello, pensandolo come il luogo di difesa per l'intero feudo dalle invasioni dei turchi, che solo qualche decennio prima avevano assaltato e distrutto Roca ed Otranto. Successivamente, tutto venne confiscato dalle mani di Petrarolo, che era stato accusato di aver partecipato alla congiura aristocratica contro gli spagnoli. Così ricominciò la vendita di queste terre da una famiglia ad un'altra, fino ad arrivare nelle mani della famiglia milanese dei Gallarati Scotti, che rimasero in possesso delle terre fin quando Napoleone abolì il feudalesimo.
In questa situazione, il territorio di Borgagne passò sotto il controllo del vicino comune di Melenduegno, del quale tutt'ora fa parte.
La piccola frazione conserva oggi un enorme patrimonio culturale, che trova la sua massima espressione nel Castello dei Petraroli. Esso conserva ancora una torre circolare in stile aragonese, mentre il resto del palazzo si sviluppa tutt'intorno ad un cortile, mentre dietro è presente un grande giardino rigoglioso.
Vi consigliamo anche di visitare la splendida Chiesa della Presentazione del Signore, splendido esempio del barocco risalente ai primi del seicento. La chiesa è composta da una singola navata e presenta una forma più allungata del normale: è stata recentemente restaurata e l'abside è l'unica parte sopravvissuta al tempo dal rinascimento ad oggi.
Infine, in questi territori, sorgeva il nuovo villaggio che nacque dopo la distruzione da parte dei turchi di Roca vecchia. Il borgo, chiamato Roca Nuova, fu abitato fino all'ottocento, prima di essere completamente abbandonato.
La costa di Melendugno è tra le più belle di tutto il Salento. Si estende per circa quindici chilometri, durante i quali incontriamo le località più frequentate dai turisti. In così pochi chilometri, troviamo Torre Specchia Ruggeri, Torre Sant'Andrea, San Foca, Roca Vecchia e la nostra Torre dell'Orso.
Piccole frazioni balneari, per lo più villaggi di pescatori, che con il tempo si sono trasformati in vere e proprie “culle” per i visitatori che provengono da ogni parte del mondo.
Il mare da queste parti è generoso con chi ama la pesca. Non è raro vedere gente sugli scogli che tra patelle, ricci e cozze passa le proprie giornate a pensare poi come cucinarle la sera. Oppure, la situazione più classica, è vedere gente sdraiata al sole che si gode l'azzurro del mare e l'aria della vicina pineta: pensate ci sia qualcosa di meglio?
Entrando un po' più verso l'interno, le antiche masserie fortificate saranno la prima cosa che noterete, tra ampie distese di ulivi e vigneti, separate da muri a secco realizzati da mastri mazzettieri, lavori d'un tempo ormai quasi totalmente perduto. Molte di queste masserie sono ancora abitate e in alcune di queste si possono acquistare frutta e ortaggi freschi, oltre agli ottimi formaggi realizzati in casa come si faceva una volta.
Tra spiaggette, calette, insenature e grotte varie, la costa delle marine di Melendugno vi farà vivere una vacanza indimenticabile.
Dall'insenatura di Torre dell'Orso, lo scenario che si apre ai nostri occhi è di infinita bellezza. Diciamoci la verità: non capita tutti i giorni avere davanti una manifestazione così palese della forza della natura!
Un mare cristallino, che quasi si confonde con l'orizzonte non permettendoci di distinguere facilmente la linea tra cielo e mare. E da questa baia, poco distante dalla spiaggia, due scogli sorgono dal mare: sono le due sorelle.
Due scogli molto simili, che la gente del posto chiama proprio "le due sorelle". Sulla loro origine, campeggia una leggenda secondo la quale siano nate proprio da due esseri umani. Due splendide fanciulle che un giorno, lasciata la campagna per andare al mare in cerca di rinfresco dal caldo estivo, si recarono sulla scogliera di Torre dell'Orso.
La fresca brezza, spinse la donna a sporgersi ancora di più verso il mare, quasi ammaliata dall'odore di salsedine e si lanciò nel vuoto, come in un atto di disperato amore. Una volta in acqua, le grida giunsero alla sorella che era rimasta sulla scogliera e a sua volta si gettò in mare, nel tentativo di strappare dalle onde la sorella. Ma il loro destino era ormai segnato e pochi istanti bastarono perché il mare avessi in grembo due corpi senza vita.
Le urla delle giovani fanciulle vennero udite solo da un pescatore, che corse verso il mare ma non vide nulla, tranne che due scogli alti che uscivano dall'acqua e che sembravano abbracciarsi. Le due sorelle, continuano quindi a vivere nella leggenda di quei due scogli, poco lontano dalla spiaggia.
Nella costa salentina le grotte sulla costa sono all'ordine del giorno. Qui a Torre dell'Orso, la più conosciuta è senz'altro la Grotta di San Cristoforo. Contrariamente a molte delle aperture sulla roccia, questa non è un infratto naturale ma è stato scavato dall'uomo, probabilmente intorno al quarto o terzo secolo avanti Cristo.
La Grotta di San Cristoforo è situata nella zona sud-orientale della spiaggia e si nota subito la particolarità dell'apertura scavata a pianta rettangolare. In antichità, questo era un punto di ritrovo per marinai, navigatori e mercanti dei dintorni di Torre dell'Orso che si apprestavano a passare dal canale d'Otranto e che innalzavano a Dio delle preghiere. Lo si evince dalle scritture e graffiti incisi sulle mura della grotta, che ne facevano dunque una sorta di luogo di culto. E' ancora oggi possibile leggere una antica scritta latina, che dice "Felicior Ispanus chiede al Dio di poter in tutta sicurezza e senza alcun timore attraversare la bocca dello stretto". La Grotta di San Cristoforo ha continuato ad accogliere fedeli in preghiera anche durante il medioevo, testimonianza ne è l'incisione che raffigura una nave e accanto delle lodi cristiane e diverse croci.
Indubbiamente è uno dei luoghi più interessanti vicini alla spiaggia di Torre dell'Orso. Nel Maggio del 1981, l'Università di Lecce condusse degli scavi archeologici che diedero alla luce numerosi frammenti di ceramiche tardo arcaiche, risalenti al periodo tra il sesto e il quinto secolo avanti Cristo, oltre ad altri frammenti di ceramica attica.
Il Salento, per la sua posizione geografica, è stato da sempre un territorio di approdo per i vicini popoli dell'oriente che arrivavano sulle coste con estrema facilità. Questo consentiva anche agli invasori di fare razzia di qualunque cosa interessasse loro, dando filo da torcere agli abitanti del posto per secoli e secoli. Nacque così l'esigenza di costruire le prime torri di avvistamento e difesa, ad opera dei normanni.
Proprio per questo motivo, intorno al XVI secolo, sorse a Torre dell'Orso questa torretta di guardia che non solo aveva il compito di sorvegliare e proteggere la costa, ma era anche in diretto contatto visivo con le altre torri d'avvistamento sulla costa e persino nell'entroterra. Sorge in una delle due grandi sorelle, ossia le rocce dove esattamente in mezzo sorge la spiaggia di Torre dell'Orso. Venne costruita a metà del cinquecento sotto il viceregno dello spagnolo Parafah de Ribera ed è molto simile a quella costruita a San Foca. E' formata da una base quadrata ed un tronco piramidale, successivamente armata con un falconetto in bronzo.
Ad oggi, la torre si presenta praticamente come un rudere, molto danneggiata. Considerata il simbolo della località balneare di Torre dell'Orso, è stata recentemente consolidata in modo da evitare una perdita totale di questa storica fortezza, senza la quale la cittadina balneare non sarebbe più la stessa.
Nella piccola frazione di Torre Saracena risiedono solamente nove persone. No, non è uno scherzo. E' solamente un dato che riportiamo per farvi capire quanto il turismo sia cresciuto da queste parti, dato che Torre Saracena è sempre affollata da turisti provenienti da ogni parte d'Italia e non solo.
La vicinanza con le più rinomate Torre dell'Orso e Borgnagne, la rende del tutto simile in attrazioni e bellezza. Il mare cristallino permette di praticare anche la pesca subacqua per i più intraprendenti, mentre lunghe passeggiate rilassanti vi aspettano in spiaggia o sulla scogliera. Seppur si tratti di un piccolo centro, a Torre Saracena non mancano di certo le strutture dove divertirsi. Basta scegliere uno dei residence che si affacciano sul mare e avere tutto a disposizione: dal centro commerciale con negozi d'ogni tipo alla farmacia, dall'edicola al parrucchiere.
Torre Saracena sarà anche immersa nella tranquillità, ma questa è anche la meta migliore per chi è sportivo anche in vacanza e non vuole rinunciare a giocare a beach volley, a sport nautici, all'equitazione e addirittura anche al golf, grazie al vicino campo a diciotto buche. Una meta dove relax e benessere si fondono, per regalarvi una vacanza che non si dimentica molto facilmente.
Se la vita balneare vi affascina, vi consigliamo di fare un giro a Torre Specchia Ruggeri, frazione che fa parte delle marine di Melendugno e che dista solamente nove chilometri da San Cataldo. E' una delle mete più ambite dai turisti durante i mesi estivi, proprio perché il mare cristallino e le belle giornate di sole non danno altra soluzione che un bel bagno rilassante!
Anche in questo caso, la piccola frazione di Torre Specchia Ruggeri prende il nome dalla torre d'avvistamento nata per proteggere il centro abitato dalle invasioni. Fu eretta intorno al 1568, quando le invasioni dei turchi e dei saraceni erano praticamente all'ordine del giorno. Oggi la torre è meta di curiosi e non si parte se prima non si fa la classica foto con la torre!
Torre Specchia fa da confine naturale all'oasi delle Cesine, alla quale abbiamo dedicato un'intera sezione su questo sito per farvi conoscere una delle zone naturalistiche più belle di tutto il Salento: oltre seicento ettari di natura incontaminata, con una folta vegetazione e corsi d'acqua limpida.
Quella di Torre Specchia è una costa bassa, con piccole insenature di sabbia lungo la roccia. I pochi scogli presenti sono coperti da un tipo particolare di vegetazione, che riveste comunque gran parte della costa. L'acqua è pulita e il fondale è sempre visibile. Caratteristica del mare di queste coste è l'avere tanti pesci, attratti verso riva dalla presenza di alghe, dunque non è raro vedere pescatori in questa zona. Sicuramente una delle località che sognate e che, probabilmente, ancora non conoscevate.
La natura in Salento raggiunge la sua massima espressione con la riserva naturale Le Cesine, in provincia di Lecce. Si tratta di una delle tante oasi naturalistiche gestite dal WWF in Italia e ha come obiettivo quello ambizioso di proteggere nel modo migliore l'habitat originale per specie rare di animali.
La riserva delle Cesine è di proprietà di alcuni privati e dell'ERSAP e fu proclamata oasi di protezione della fauna già nel '78. Il nome “Cesine” deriva da Segine, che oltre ad essere un antico borgo medievale, sta a significare proprio “zona incolta”.
Vi è anche l'antica masseria delle Cesine, che dista appena un chilometro dal mare ed oggi è visitabile anche all'interno, dove sono esposti oggetti ed immagini che riportano la memoria indietro nel tempo.
La vegetazione dell'oasi Le Cesine è caratterizzata soprattutto dalla Macchia Mediterranea, anche se il bosco è composto in prevalenza da alberi non appartenenti a questi luoghi. Per quanto riguarda la fauna ci sarebbe da parlare per ore, data l'importanza delle varie specie di animali presenti. Gli uccelli in primis, che ogni anno passano dall'oasi che è situata in una zona di passaggio per gli uccelli migratori.
Gli amanti della natura qui troveranno anche falchi, gufi e civette, e ancora ricci, volpi e tassi che vivono tranquillamente nel loro habitat naturale. Ma vi è anche il moriglione, un uccello diventato il simbolo della riserve Le Cesine: è un uccello molto simile all'anatra che risiede negli stagni d'acqua salmastra durante l'inverno.
Oltre seicento ettari di natura incontaminata vi aspettano per una full immersion nella natura!
Ti potrebbero interessare anche
Condividi
Scopri prima di tutti le offerte speciali!
Facebook YouTube LinkedinSeguici sui nostri canali Social.