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Descrizione

Otranto è tra le più emozionanti località di mare dell'intera provincia. Basterebbero la sua storia e le perle della sua architettura civile, militare e religiosa, per eleggerla tappa privilegiata del turista, in ogni stagione dell'anno.Chiamata anche "Porta d'Oriente", la città di Otranto si affaccia nello stretto che prende il suo stesso nome, il Canale d'Otranto, situato a sud dell'Adriatico, nel punto più orientale d'Italia.Conosciuta anche come "la città dei Martiri" (così chiamata, perché durante l' assedio Turco del 1480, vennero decapitati 800 otrantini sul colle della Minerva) Otranto è una città dove anche le maestose mura che la fortificano raccontano storie nascoste di civiltà passate dove, passeggiando tra i monumenti o vagando per il centro storico si possono sentire echi di voci passate che ancora non vogliono abbandonare questo posto: che, ai tantissimi turisti che ogni estate affollano le sue coste e si mostra  sempre solare  e con il suo fascino orientale.Otranto è, dunque, un mix di cultura e tradizione, è arte, storia, etc...  Ma Otranto sebbene sia , come abbiamo già detto, una delle località turistiche più rinomate della penisola salentina, è conosciuta un po' ovunque anche per le sue numerose opere d'arte e i monumenti che cela con grande cura al suo interno. Il vero simbolo della città è, senza dubbio, la Cattedrale. Punto di congiunzione tra Oriente e Occidente fu, da sempre, l'obbiettivo conteso dai dominatori che si sono susseguiti nel corso della storia.Soprannominata la "Signora di Otranto" è uno dei complessi  monumentali più ricchi del Salento. All'interno si può ammirare un caso eccezionale di mosaico risalente agli anni 1163-1165, che ricopre l'intero pavimento della chiesa rappresentante raffigurazioni simboliche con tre alberi che raffigurano tutta la storia della vita umana e sono, perciò, chiamati "gli alberi della vita"; vi sono poi 12 sferici con i segni dello zodiaco. Di particolare importanza è poi la navata destra dove, custodita da un cancello in ferro battuto, si trova la Cappella Palatina, dove nei 7 armadi sono conservati i resti dei Martiri. Dietro l'altare della stessa si trova poi il "Ceppo" ben custodito, che servì per la decapitazione delle 800 vittime.Straordinario interesse suscita, inoltre, il Castello di Otranto che diede il nome al primo romanzo gotico della storia. Fatto costruire da Ferdinando I d'Aragona tra il 1485 e il 1498, il castello fu ideato da Ciro Ciri con la consulenza di Francesco di Giorgio Martini. Al tempo in Piazza Castello, luogo dove si trova l'edificio,oggi, si ergevano delle fortificazioni risalenti al periodo della dominazione sveva con l'aggiunta dei ritocchi operati dai turchi. Sul bastione sono incisi gli scudi nobiliari di Antonio da Mendoza e di Don Pedro da Toledo, allora signori della città, mentre sul portone d'ingresso è scolpito lo stemma di Carlo V.Ma oltre all'arte, alla storia, alla cultura e alle tradizioni Otranto è conosciuta in tutto il mondo per il suo mare limpido e  cristallino e per la sua bellissima costa che vanta una moltitudine di paesaggi naturali caratteristici, impreziositi dalla presenza di torri e masserie tra gli ulivi o nascosti nella ridente macchia mediterranea. Acque trasparenti, dunque, che bagnano le lunghe distese di sabbia bianca e finissima :l' ideale per passare intere giornate al mare durante la proprie vacanze nel Salento.

Guida di Otranto

Come arrivare

Indicazioni per raggiungere Otranto in auto, in treno e in aereo…

IN AUTO percorrete l’autostrada A16 fino all’uscita per Bari Nord, proseguite poi lungo la superstrada per Brindisi, poi per Lecce. Prima di entrare a Lecce prendete l’uscita che indica la tangenziale EST, direzione MAGLIE, OTRANTO, S.M.di LEUCA.

IN TRENO, invece, si raggiunge Otranto con le Ferrovie dello Stato fino a Lecce e con le Ferrovie Sud Est fino a Otranto o con i pulman della Salento in Bus fino ad Otranto.

IN AEREO, l’aeroporto più vicino è Brindisi Casale , quindi, un servizio di navetta vi porterà fino a Lecce e con la Salento in Treno e in Bus fino ad Otranto. Inalternativa potete noleggiare un’auto direttamente in aeroporto e, seguendo le nostre indicazioni, raggiungerete la città di Otranto.

Cenni storici

Mosaico Bizantino Cattedrale Otranto La città di Otranto, che prende il nome dal fiumicello Idro (Hydruntum) che sfocia nel porto della città, ha origini piuttosto incerte.

Fondata forse dai Tarantini, Otranto, subì nei secoli l'occupazioe dei Greci, dei Romani che si impadronirono della città fino al 758 circa, anno in cui giunsero i Longobardi.

Fu, inoltre, ripetutamente presa d’assalto dai Saraceni e dai Turchi che se ne impadronirono ufficialmente l’ 11 agoso del 1480, mediante un sanguinoso e brutale saccheggio.

Va detto, però, che l’attacco che la città subì in quell’estate non fu uno dei tanti che lungo quei periodi si erano abbattuti lungo coste dell’Italia meridionale per mano di predoni musulmani, spinti soltanto dal desiderio e dalla brama di sacchiggiare, ma rientrava in un preciso disegno politico- religioso messo in atto dai Turchi ottomani di Maometto II guidati da Acmet Pacsià per la conquista e l’islamizzazione.

L’intento di Maometto II era quello di veder sventolare la bandiera verde del Profeta anche sui territori dell’ Europa occidentale e Otranto dovea essere la prima grande tappa.

Era il 13 Agosto 1480 e il comandante Pascià aveva appena trasformato in realtà il desidero di Maometto II: fare della casa di Dio la stalla dei suoi cavalli.

Centro storico Otranto L'assedio durò ben 15 giorni durante i quali morirono oltre circa 12.000 persone. Ma il sacrificio si consumò nei giorni successivi. Non ancora soddisfatto, dopo aver raso al suolo la città, il comandante Acmet Pascià radunò i suoi uomini e gli abitanti supersiti accampandosi sul Colle della Minerva e ordinò che tutti gli abitanti di Otranto, di sesso maschile dai 15 anni in su, abbracciassero la religione islamica.

Furono raccolte 800 persone che, condotte al cospetto del comandante, espressero la loro unica volontà: sacrificarsi in nome di Cristo. Questi li minacciò di decapitazione se non avessero rinnegato ma senza avere esito e così, il 14 Agosto 1480, il Colle della Minerva cominciò a macchiarsi del sangue degli 800 martiri di Otranto.

Oggi Otranto si presenta come una cittadina che conserva gelosamente la sua storia e le sue origini.

Monumenti e bellezze artistiche

Monumenti e bellezze artistiche Otranto Sebbene la città di Otranto, è conosciuta dai più soprattutto per il turismo balneare, per le sue splendide spiagge non va certamente dimenticata l’importanza che ricopre nella splendida “città dalle molte acque”, l’arte.

A testimonianza di questo, Otranto vanta un gran numero di opere e monumenti particolarmente interessanti e di straordinario fascino e bellezza. Prima tra tutti va sicuramente citata la sua famosa e splendida Cattedrale, in stile romanico, uno dei complessi monumentali più ricchi e sontuosi della Penisola Salentina ma soprattutto l’anima di Otranto. Eccezionale all’interno di essa è il mosaico pavimentale che ricopre l’intera chiesa, oltre alla Cappella Palatina, nella navata destra dove in sette armadi sono custodite le ossa degli 800 sacrificati nell’epoca dei Turchi.

Ad Otranto si trovano, inoltre, alcune tra le più importanti chiese bizantine, come:la Chiesa di San Pietro costruita intorno al VII secolo. Infine da ricordare è il Castello Aragonese a pianta pentagonale, situato accanto all’ antico borgo, centro storico della città.

Il Castello Aragonese

Il Castello Aragonese fu costruito come fortificazione costiera dopo lo sbarco dei Turchi ne 1537 in “Terra d’Otranto”.

All’ingresso del Castello domina lo stemma di Carlo V, circondato dai suoi fossati, mentre l’imponente struttura ideata da Francesco di Giorgio Martini, domina con la sua maestosità sull’omonima piazza.

Il Castello è a pianta pentagonale con torrioni cilindrici angolari.

Sul Castello vi sono varie leggende che raccontano della presenza di un fantasma sullo spuntone, o l’esistenza di passaggi segreti o sotterranei che porterebbero anche fino a Leuca, mentre si dice che quando il Castello divenne un carcere chi cercava di evadere venisse buttato dalla “Punta di diamante” legato a delle corde in modo che venisse tranciato in due al momento della caduta.

La Cattedrale

La Cattedrale di Otranto Espressione suprema, simbolo di sincretismo di tutte le civiltà che si sono susseguite in tranto, è la Cattedrale, fabbricata tra il 1080 e il 1088, sotto duchi normanni Roberto il Guiscardo, prima, e Boemondo poi. Il suo stile è romanico- bizantino con elementi paleocristiani. La facciata e il rosone risalgono al 1481, il portale al 1674. Il tetto originale è a capriate; i cieli appesi, quello centrale è del 1693, in stile moresco, i laterali, invece, sono posteriori. Le colonne, che appartenevano ad antichi templi pagani, sono sormontate da artistici capitelli di ordine ionico, bizantino e normanno. I pochi affreschi, raffiguranti la Vergine, forse risalgono al XII sec. mentre il paliotto d’argento, opera di orefici napoletani, è del 1700. Autentico capolavoro nel capolavoro è l’immenso mosaico pavimentale, che occupa l’intero pavimento della Cattedrale, lunga 57 m e larga 28, a tre navate, è costituito da tre grandi alberi intricati di rami e di foglie, con costruzioni di ogni specie, e animata da una popolazione la più fitta ed eterogenea che si possa immaginare, di animali, di uomini, di mostri, diavoli e angeli.

Nella cappella che si trova nell’abside della navata destra, in sette grandi armadi sono conservati i resti dei Martiri di Otranto.

Si tratta dei resti mortali di ottocento otrantini, massacrati e decapitai dai Turchi sul Colle di Minerva, il 14 agosto 1480, per non aver voluto rinnegare la fede cristiana.

Un altro ambiente di grande valore, sempre all’interno della cattedrale, è la cripta risalente molto probabilmente all’ XI sec. Vi si accede per due scale, i suo stile è orientale e in piccolo, riproduce quasi la Moschea di Cordova.

Quarantadue colonne dal fusto conico, sostengono le voltine a crociera e sono tutto monolitiche e di materiale diverso, partite in cinque serie longitudinali. La forma delle colonne varia: sette, scannellate liscie; sei, metà damascate e metà scannelate; quattro, metà damascate e metà scannellate a spirale; cinque con croce bizantina o incisa o rilevata o combinata con un dato numeo di fiorellini. Anche i capitelli sono di diverso stile, ionico, corinzio, asiatico, di smirne, teodosiano, bizantino, persiabno, saraceno, longobardo, normanno.

La Chiesa di San Pietro

Chiesa di San Pietro Otranto Quella di San Pietro è una delle tantissime chiesa bizantine presenti nella città di Otranto.

L’edificio si erge nel cuore della città vecchia ed uno dei pochi monumenti del genere tuttora esistenti in Italia. Fu officiata dal clero greco, che pacificamente convisse per molti secoli con quello latino di Otranto.

L’ingresso doveva essere originariamente preceduto da un protiro: lo indicano le due colonnine doriche, che richiamano quelle, di molto posteriori dell’altra chiesa bizantina di S. Stefano a Soleto.

Il corpo della basilica, a croce greca, è diviso in tre piccole navate, sostenute da otto colonne: quattro, al centro, reggono una cupola senza tamburo e con finestre aperte nella parte inferiore, arieggiante al mausoleo ravennate di Teodorico; le altre quattro sono incastonate per metà nelle pareti.

I capitelli, di fattura molto semplice, sono formati da un cono capovolto. Le tre absidi sono parallele e sporgenti in forma semicircolare. Immancabili le pitture bizantine, ben visibili specialmente nella navata sinistra.

Punta Palascia

Una vecchia masseria sullo sfondo, pascoli e campi coltivati. Il tempo sulla collina di Capo d’Otranto sembra essersi fermato, rendendo tutto così meravigliosamente surreale. E se pensiamo che questa collina, comunemente chiamata Punta Palascia, è il punto più a oriente d’Italia, le sensazioni si moltiplicano. Nelle giornate più belle, quando il cielo è limpido, vedere la sagoma delle montagne albanesi fa rendere conto di quanto siano vicini i Balcani e di come in passato arrivare in Italia dal Salento era facile e pratico.

Punta Palascia appartiene al territorio di Otranto, in provincia di Lecce. E’ stata sotto la luce dei riflettori per via della Marina Militare, che in questa zona aveva fatto partire un progetto di ampliamento della propria base militare, ma i cittadini del posto hanno combattuto parecchio per difendere quei posti meravigliosi che, se venissero cementificati, abbatterebbero secoli di storia in un niente. Anche Punta Palascia, infatti, fa parte del Parco Costa Otranto e pertanto si tratta di una zona panoramica protetta.

A Punta Palascia, precisamente tra Punta Facì al Nord e la baia di Sant’Emiliano, sorge anche un faro, abbandonato per anni, ma riconsegnato al Salento nel 2008. Ha una storia alle spalle lunga un secolo e conserva ancora oggi il proprio fascino, grazie soprattutto all’ambientazione.
Una volta ristrutturato, ad opera dell’ing. Farenga, il faro ha riaperto ospitando l’Osservatorio su Ecologia e Salute degli Ecosistemi Mediterranei, oltre ad un centro dell’università del Salento per quanto concerne lo sviluppo della cultura ecologica.

Oggi, a Punta Palascia, la luce del faro torna a guidare i naviganti.

Ipogeo di Torre Pinta

Il territorio salentino come quello di Otranto, al suo interno, vanta numerosissimi esempi di torri colombaie (ovvero torri d’avvistamento), diffusesi, per la maggior parte, nel XVI secolo d. C.

Un esempio è “Torre Pinta“, che si erge in cima ad una collina ricca di olivi e insediamenti rupestri nella “Valle delle Memorie“, poco fuori Otranto. L’edificio rappresenta un monumento a dir poco singolare. Il nome, tuttavia, può trarre in inganno dal momento che, in verità, non si tratta di una vera e propria torre colombaia quanto, piuttosto, di un coronamento di tufi con forma circolare che sovrasta il paesaggio circostante. Il segreto sta nella sua struttura ipogea scavata nella roccia di forma circolare di cui la torre costituisce il prolungamento verso l’alto. La camera di forma circolare con le pareti incavate è raggiungibile dalla base della collinetta sulla cui sommità sorge la torre mediante una galleria.

Se si osserva con attenzione, si notano alcuni particolari che rimanerebbero direttamente alla cultura messapica: un forno utilizzato per la cremazione o per i sacrifici, centinaia di cavità adoperate come urne cinerarie e un sedile in pietra collocato lungo le pareti, utilizzato da questo popolo, secondo la loro usanza, per deporre i defunti seduti. L’origine messapica di tale struttura costituice oggi l’ipotesi più accerditata.

Attualmente, essendo il sito di proprietà privata, si può visitare chiedendo il permesso alla sign. Maria Giovanna, la quale si offrirà di accompagnarvi.

Lidi e stabilimenti balneari

Lidi e stabilimenti balneari Nonostante l’importanza che a Otranto, come abbiamo visto, rivestono la storia, la cultura e le antiche tradizioni, non va dimenticato che la splendida città salentina è conosciuta nel mondo soprattutto per il turismo balneare che le sue splendide spiagge, immense distese di sabbia dorata a declivio dolce, richiamano a sè rappresentando, da sempre, la meta ideale per chiunque voglia trascorrere le proprie vacanze sulla costa salentina.

Chi sceglie Otranto per la propria estate, infatti, può scegliere tra spiaggette presso l’abitato, o la straordinaria

Lidi e stabilimenti balneari Essa si colloca sulla litoranea Otranto, Torre dell’ Orso, Frassanito, e dista circa 28 km da Lecce, 8 km da Torre dell’ Orso, 9 km da Otranto, 58 km da Gallipoli. Per chi ama la sabbia Alimini e’ il tratto di costa del salento con la spiaggia piu’ grande e pulita della costa salentina adriatica. Oltre ad un mare pulito ed a una spiaggia di sabbia fine e dorata Alimini è caratterizzata da dune di sabbia che si adagiano fra la spiaggia e la grande pineta, a sua volta molto vicina ai Laghi Alimini.

La costa degli Alimini e’ caratterizzata esclusivamente da spiaggia di sabbia fine e di colore molto chiaro. Trasparente ed irresistibile e’ il suo mare caratterizzato da sfumature blu, celesti e verdi: una vera e propria oasi naturale tanto che, negli ultimi anni, e’ stato giudicato il mare piu’ pulito d’ Italia, con l’ assegnazione delle cinque vele blu.

Tutto cio’ e’ circondato dalla macchia mediterranea molto ricca di flora e fauna. La spiaggia degli Alimini e’ dotata poi, di numerosissimi stabilimenti balneari come il Lido dei Pini, i Due Mori, la Spiaggia Azzurra, la Riva del Sole, tutti attrezzati con ombrelloni, sdraio e lettini, dotati di self-service e ristorante in riva al mare.

Per chi ama gli sport acquatici invece, il mare degli Alimini offre la possibilita’ di praticare il Kite-Surf e il Surf. Per chi, invece, volesse pernottare in questo punto di costa salentina, a ridosso della stupenda spiaggia si possono trovare numerose strutture alberghiere, villaggi turistici, residence, bungalow e anche appartamenti in affitto, campeggio, ed aree attrezzate per roulotte.

Per il divertimento della notte troviamo poi, sempre ad Alimini, la frequentatissima discoteca, il Bahia in spiaggia .

Enogastronomia

Enogastronomia Otranto Recandosi ad Otranto, è facile rendersi conto di come la cucina tipica della zona sia capace di lasciare in bocca i sapori di un tempo. Ricette semplici ma allo stesso tempo gustose e salutari.

Tra queste vanno certamente nominte le gustossissime verdure alla griglia che vengono servite sia come antipasto che come contorno, una vera leccornia per i palati.

Per quanto riguarda i primi piatti, invece, tipica della città di Otranto è la taieddhra, piatto composto da riso, patate e cozze nere, la parmigiana di melanzane, la zuppa di pesce, le linguine con la seppia, la pizza di patate e tanti altri.

Tra i secondi, invece, il polpettone ripieno, le polpette fritte, le pittule, e certamente il pesce cucinato in vari modi. Quasi obbligatoria è poi, l’aggiunta del vino e dell’ olio d’oliva, l’oro liquido di un tempo.

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