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Barocco leccese

Il barocco è uno stile artistico che si affermò nel Seicento specialmente nel campo dell'architettura.
In precedenza, e cioè durante il Rinascimento (che fu l'epoca d'oro delle arti), gli architetti avevano espresso il loro ideale di bellezza creando edifici maestosi che però conservavano una nobile e purissima armonia di forme.
Come mai un così perfetto e sereno equilibrio si alterò, trasformandosi, a poco a poco, nelle ampollose e complicate bizzarrie dello stile barocco?

Esempi di stile barocco a Lecce

La colpa (se possiamo dire così) di quel cambiamento, fu del sommo Michelangelo; o, meglio, fu dei suoi imitatori, i quali cercarono di superare in grandiosità, in ricchezza e in vivacità i modelli del grandissimo maestro.
Naturalmente essi finirono con l'esagerare; e fu così che ebbe origine il barocco: un'arte, cioè, che avrebbe voluto stupire con lo sfarzo e la magnificenza, e che riuscì invece ad essere soltanto leziosa, pesante, grottesca e spesso addirittura goffa.
In quel periodo (il Seicento) non solo il barocco imperò in tutta Italia, dando vita ad un'infinità di chiese e di palazzi nuovi, ma, quel che è peggio, s'impose anche, con ampliamenti e rifacimenti, a molti vecchi edifici che erano stati stupende creazioni dell'arte romanica e gotica.
In tal modo, chiese e palazzi si addobbarono di statue, di colonne, di pilastri, di balaustre, di nicchie. S'imparruccarono di una frenetica decorazione di stucchi che riproducevano fiori, nastri, volute, riccioli, pizzi, fregi, panneggi, mascheroni, trofei e... chi più ne ha più ne metta.

Dialetto leccese

Non soltanto dal punto di vista geologico il Salento si distingue dalla restante Puglia, ma anche da quello linguistico, per il dialetto con caratteristiche sue proprie, rispetto a quello pugliese.
La penisola infatti era stata occupata dai Messapi, di origine non precisata, che giunsero in Italia circa mille anni a.C. Il loro linguaggio resta un sostrato fondamentale nella formazione del vernacolo locale, su cui la stessa lingua greca dei successivi colonizzatori riuscì a influire in maniera superficiale, pur affermandosi notevolmente in alcune zone, che tuttora conservano il dialetto greco.
Centri principali del Salento dove si parla un dialetto derivato dai discendenti della storica Magna Grecia sono: Calimera (in greco "Buongiorno"), Martano, Sternatia, Castrignano, Corigliano, Martignano, Zollino e Soleto.
Va ancora accennato che a documento dell'antica lingua messapica restano un paio di centinaia di iscrizioni, forse non tutte autentiche, che sono state pubblicate a cura del Mommsen e di altri scrittori ricercatori.
Le iscrizioni risalgono quasi tutte al II e I secolo a.C. e provano l'origine indoeuropea del messapico, quindi di quel popolo, con contaminazioni di voci illiriche, venete e germaniche. Tradotti, con una approssimativa certezza dei loro significati, sono peraltro pochi vocaboli; es. "penkaheh cinque, aran terra coltivabile"...

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