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Vacanze Santa Maria di Leuca

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Descrizione

Santa Maria di Leuca estrema punta d'Italia, era un tempo l'antico Finis Terrae dei Romani, dove i bianchi e nudi scogli dividono e mescolano lo Jonio al Mar Adriatico in acque dalle tante gradazioni di blu.Il nome Leuca gli venne attribuito dagli antichi marinai greci che, vedendo questo posto illuminato dal sole, decisero di nominarlo leukos, ovvero, bianco. Il resto del nome, invece, trae origine dallo sbarco di San Pietro dalla Palestina il quale, pare abbia incominciato proprio qui il suo processo di evangelizzazione, per poi giungere a Roma dove fondò la Chiesa.Fu allora che la città assunse il suo nome completo " Santa Maria di Leuca". Il passaggio del Santo è documentato inoltre, dalla colonna corinzia risalente al 1694 eretta sul piazzale della Basilica e recentemente ristrutturata.Perla dell'estremo lembo d'Italia, la città si adagia in un tratto di costa alternato da scogliere e piccole calette di sabbia.Inoltre, le numerose grotte che decorano l'intera costa come la Grotta delle Cazzafre, la Grotta del Brigante, Montelungo, Ciolo, etc... a Levante e la Grotta delle tre porte (dove si è ritrovato un dente di un bambino), la Grotta del Fiume, degli Innamorati e quella della Stalla a Ponente, sono di grande interesse storico e naturalistico mentre, i fondali marini sono un vero e proprio paradiso per il turismo subacqueo.Di grande interesse artistico e culturale è, oltre alle maestose e sontuose ville ottocentesche che decorano l'entroterra della città e che declinano verso il lungomare, la Basilica Finis Terrae.Fu costruita tra il 1720 e il 1755 per resistere ai numerosi e ripetuti attacchi da parte di invasori turchi e saraceni.L'interno del Santuario è ad un unica navata e sull'altare maggiore si può ammirare il dipinto della Madonna con Bambino di Giacomo Palma Junior. Arricchiscono 'interno della chiesa sei altari, ai lati della navata, un organo da poco restaurato e numerosi dipintiNel piazzale antistante la Basilica, rivolta verso la marina del paese, sorge la Croce monumentale, eretta il 21 ottobre 1901 in occasione dell'Anno Santo. Presenta quattro iscrizioni sui lati della costruzione.A ridosso del vecchio porticciolo di Leuca vi è una colonna romana che fà bella mostra di se. Da questo stesso luogo si diparte una doppia scalinata monumentale di 184 gradini, che termina sul piazzale del Santuario. A 250 metri a nord del Capo di S. Maria di Leuca, si erge bianco e maestoso il Faro. E' alto 48,60 m dalla base e 102 dal livello del mare. E' dotato di un potente impianto elettrico di proiezione costituito da una lanterna cilindrica, del diametro di 3 m, su torre ottagonale con edificio a due piani, con appartamento ottico rotante in senso antiorario.

Guida di Santa Maria di Leuca

Le origini di Leuca

Le origini di Santa Maria di Leuca Erodoto chiamava questo posto "Promontorio Iapigio". Ovidio la chiamava semplicemente "Sabari" e Orazio e Strabone diedero infine il nome che arrivò sino ad oggi: Leuca...terra bianca, illuminata sempre dal sole. Forse quest’ultimo appellativo è il più azzeccato per questo piccolo angolo di paradiso terrestre, al centro dell'attenzione in secoli e secoli di storia.

Leuca, dunque, fu il nome scelto dai Greci per questa terra. Il lato cristiano del nome, invece, arriva grazie all’apostolo Pietro e ad un suo viaggio, durante il quale sbarcò in questi territori, convertì i pagani e diede loro una chiesa, cristianizzando l'antico tempio di Minerva dedicandolo invece a Maria Vergine. Così, il Santuario De Finibus Terrae diventò il simbolo della cittadina, da qui il nome odierno "Santa Maria di Leuca".

È da quel giorno che Leuca e la sua Basilica sono chiamati "La porta del paradiso". L’estrema punta che tende verso oriente, è stata da sempre al centro delle attenzioni per le sue bellezze, tanto che le leggende su di essa si sono da sempre susseguite. Tra queste, quella di un Dio Greco che ammirava questo lembo di terra e la tirò verso di se per averla più vicina o ancora quella delle sirene che morendo diedero vita a belle città: la sirena Leucasia.
Insomma, per chi ama la storia, Santa Maria di Leuca offre grandi spunti di approfondimento. Non solo mare e bella gente, dunque, nel Tacco d’Italia!

Basilica de Finibus Terrae

Basilica de Finibus Terrae Abbiamo ampiamente parlato del promontorio di Leuca per il panorama meraviglioso che regala, per le vicine grotte carsiche e per il faro che irradia la sua luce fino a cinquanta chilometri dalle coste salentine. Ma qui sorge anche la Basilica “De Finibus Terrae”.

Il suo nome è legato storicamente a quello della città. Infatti, dopo che i greci avevano attribuito al territorio l’appellativo di Leucos (la bianca terra, per sottolineare che era sempre baciata dal sole), i romani vi diedero il nome di “De Finibus Terrae”, che sta a significare “Alla fine della terra”.

Seppur manchino documenti cartacei sulle origini di questa basilica, anni di studi hanno permesso di risalire orientativamente agli anni nei quali fu costruita, che arrivano alle origini del cristianesimo. In realtà, si trattava dapprima di un tempio pagano dedicato alla dea Minerva: qui oltre all’adorazione, si effettuavano sacrifici in suo nome. Questo fin quando, come tradizione vuole, a Leuca non arrivò l’apostolo Pietro, che proveniente dalla Palestina, sbarcò a Leuca prima di proseguire verso Roma. Fermatosi nella frazione salentina, riuscì a convertire gli abitanti al cristianesimo e il tempio pagano dedicato a Minerva, fu cristianizzato e dedicato al Salvatore. Solo successivamente, i Leuchesi, per devozione lo intitolarono a Santa Maria.

A testimoniare quello che la tradizione ha tramandato fino ai giorni nostri, sono le numerose lapidi e croci erette dall’apostolo Pietro durante i suoi viaggi, che venivano erette in ricordo di quel passaggio.
Purtroppo, la posizione geografica di Leuca, metteva in continuo pericolo la città, poiché glo sbarchi erano continui. Per questo motivo, per ben cinque volte la furia dei Turchi distrusse la Basilica, che ogni volta venne ricostruita seguendo lo stesso perimetro originario.

All’interno della Basilica, vi è il quadro della Madonna con il Bambino. La realizzazione del quadro originale fu attribuita a San Luca, commissionato proprio dai Leuchesi all’evangelista che si trovava a Malta a causa del suo Ministero. Il secondo quadro, fu quello realizzato dall’artista Giacomo Palma Senior, anche questo andato distrutto. Nel 1507, venne commissionato all’artista Giacomo Palma Junior un nuovo quadro, da realizzare secondo quanto era già stato fatto da San Luca. Purtroppo, anche questo terzo quadro finì nel fuoco ma quando le fiamme arrivarono a lambire i volti della madonna e del bambino, si spensero miracolosamente. Dunque, i volti della Madonna e del Bambino vennero recuperati e inseriti nel quadro che oggi tutti possiamo ammirare nella Basilica De Finibus Terrae.

La Basilica, oltre a godere oggi di una posizione veramente eccezionale, è assolutamente da visitare per goderne la bellezza delle opere al suo interno… ma non solo. Caratteristica della Basilica di Santa Maria di Leuca sono le vetriate istoriate, sostituite a quelle precedenti solamente un decennio fa. Le vetriate sono state offerte dai fedeli in suffragio dei loro cari che non c’erano più.

Vi accorgerete anche di quanto sia splendido il piazzale sul quale sorge la Basilica e che vi è tanto altro da vedere: la cascata monumentale, per esempio, inaugurata nel 1939 e che viene aperta solo per le occasioni particolari. Oppure, ricollegandoci al discorso delle croci erette dall’apostolo Pietro, ammirate pure la Croce Pietrina, situata sul viale che conduce alla Basilica, tra gli alberi della pineta. Tradizione e storia si mescolano, in questi luoghi dove la natura manifesta tutta la sua potenza.

Il Faro di Leuca

Il Faro di Leuca Sulla sommità del promontorio di Santa Maria d i Leuca, lo sguardo cade naturalmente sull’altissimo faro di 47 metri che dalla seconda metà del mille e ottocento irradia la propria luce fino ad una distanza di 50 chilometri. Fu l’ingegnere Achille Rossi che contribuì alla realizzazione del faro che andò a sostituire una vecchia torre anticorsara, posta proprio a Punta Meliso.

Il 6 settembre 1866 venne fatto funzionare la prima volta e da allora è ancora funzionante. Dapprima il faro funzionava a petrolio, ma nel 1937 venne realizzato un impianto che consentì alla struttura di utilizzare l’energia elettrica per funzionare. Il luce che viene utilizzata ha un diametro di tre metri e si appoggia ad un piano ottogonale e dotata di sedici lenti che proiettano la luce bianca alternata a fasci di luce rossa, che segnalano la presenza delle secche ai naviganti.

Al suo interno, una scala a chiocciola con ben 257 gradini porta fino al terrazzo circolare. Consigliamo caldamente di visitarlo, anche se tutti quei gradini arriveranno quasi a farvi girare la testa, perché quello che vi viene offerto in alto è uno dei panorami più belli di tutto il Salento. Addirittura, nelle giornate più chiare è facile vedere le sagome delle montagne dell’Albania.

Punta Meliso

Il Faro di Leuca Il fascinoso promontorio Japigio è conosciuto anche come il Piazzale del Santuario di Santa Maria. Per tutti, è Punta Meliso. Uno sperone roccioso che si protende verso il mare, anzi “i mari”. Infatti, tradizione vuole che Punta Meliso sia il vero punto di confine tra il Mar Mediterraneo e il Mar Adriatico. In realtà, il confine è solo teorico, poiché tutte le carte nautiche concordano sul fatto che il vero confine sia all’altezza dello stretto d’Otranto.

Resta però la certezza di un panorama degno da cartolina, dove l’aria è pulita e il cinguettio degli uccellini accompagna il tutto, facendovi sentire quasi in un sogno. Quella è la realtà di Punta Meliso. La zona, oltre le sue terrazzate contenute dai muri a secco, è importante anche per le tante scoperte archeologiche che sono state fatte nel corso del tempo. I resti rinvenuti parlano di un antico villaggio fortificato, risalente al quindicesimo o al quattordicesimo secolo avanti Cristo, che si estendeva fino alla punta del promontorio.

Proprio su Punta Meliso, sorge la splendida Basilica di Santa Maria e poco distante il faro, che dal 1864 funziona ininterrottamente. Una grande risorsa per la località salentina,che ha trovato in Punta Meliso uno spunto per incentivare il turismo di Santa Maria di Leuca, grazie anche al complesso di grotte tra le più belle dell’intera Puglia. Dal 2006, seppur si sia perso tempo a farlo, la zona è entrata a far parte di un’area protetta chiamata Parco Costa Otranto, della quale fan parte anche il vicino Bosco di Tricase. Una passeggiata da queste parti vi farà sentire sicuramente meglio!

Le grotte

Le grotte di Leuca Il litorale di Santa Maria di Leuca è famoso per essere costeggiato da numerose grotte. Questo è da considerarsi un plus per la bellezza degli scenari di questi posti, che solo chi ha avuto modo di visitarli comprende.

Da Levante a Ponente, le grotte sono disseminate lungo tutto il litorale: scogliere alte e frastagliate si alternano a scogli bassi e ampi lembi di sabbia fine. In tutto, si contano circa trenta grotte carsiche nella zona, ognuna delle quali è stata contraddistinta con un nome derivato dalla fantasia degli abitanti del posto.

Le grotte di Leuca La grotta più famosa in assoluto è quella della Porcinara che nell’antichità fungeva da tempio per adorare diverse divinità, mentre per alcuni secoli passò sotto l’uso di santuario dapprima messapico, poi greco e infine latino. La grotta di Porcinara è situata a venti metri sul livello del mare, e vi si può accedere per due vie: via terra, percorrendo un sentiero da imboccare subito dopo il ponte “scalo di Castrignano” o in alternativa via mare, poiché l’area antistante la grotta, lunga circa sessanta metri, è ampiamente coperte da gradoni che permettono di salire agevolmente. E’ una delle più grandi e si compone di tre locali. Nell’ambiente più grande, la mano dell’uomo purtroppo si nota subito, poiché è stata praticamente murata in modo da non farla collegare più con gli altri ambienti e uno dei due ingressi della porta è stato recintato, con annesso cancello, subito dopo la privatizzazione di questa parte. L’ingresso, tra l’altro, è diventato il ballatoio di una villetta privata, che di certo non è proprio bella a vedersi. Per fortuna, gli altri due ambienti della Porcinara sembrano rimasti intatti e lontano dalla mano vandala dell’uomo: entrando si noteranno subito dei buchi, realizzati ad altezza uomo, che con molta probabilità servivano all’epoca per appendere le immagini sacre. Il terzo locale è forse anche il più interessante, dato che al suo interno vi sono tante incisioni sulla roccia appositamente lisciata. E’ proprio grazie a queste che si è scoperto che la Porcinara serviva da santuario, dato che le epigrafi riportavano i nomi di antiche divinità in greco e latino.

Oltre alla Porcinara, vi sono anche altre grotte di straordinario fascino, come per esempio la Grotta del Drago, chiamata così probabilmente per la sua grande apertura di circa quaranta metri e profonda una sessantina. Alcuni attribuiscono il nome al fatto che la grotta prende proprio la forma di un drago, entrando con la barca dalla parte sinistra. Altra grotta di grande importanza, sia dal punto di vista artistico che archeologico e paleontologico, è la Grotta dei Giganti. Si tratta di una delle grotte carsiche che hanno restituito ai giorni nostri diversi reperti di indiscutibile interesse, come ossa umana, vasetti di vetro e cinque monete di bronzo risalenti all’epoca di Costantino e Romano.

Vi consigliamo anche di visitare la Grotta del diavolo, che si trova a circa cento metri dalla Grotta di Porcinara. Anche qui vi si può entrare sia via mare che via terra, attraverso la bocca alta quattro metri e larga solamente due. Il nome deriva dal fatto che, secondo la leggenda, dal profondo di questa grotta provenissero strani e cupi rumori, che ben presto nella mente della gente si trasformarono in diavoli. Infine, quasi a voler andare in opposizione alla grotta del diavolo, consigliamo la visita della Grotta del Presepe, il cui nome fu assegnato per la somiglianza dello scenario tipico della rappresentazione cristiana. Gli archi bassi, permettono l’ingresso solamente quando il mare è calmo.

Ponte Ciolo

Ponte Ciolo A pochi passi dalla splendida Santa Maria di Leuca, c’è una piccola località dove si danno appuntamento centinaia di turisti amanti del natura e degli sport estremi, come l’arrampicata a picco sul mare. Stiamo parlando del Ciolo, che fa parte del territorio di Gagliano del Capo. Qui il cielo si confonde con il mare, panorami meravigliosi che dall’alto offrono panorami mozzafiato.

Il nome Ciolo, significa gazza o corvo, uccelli che in queste zone venivano a nascondersi. Ad unire le due sponde, ci pensa un ponte che per molti rappresenta una vera e propria sfida. Basta cercare, per esempio, sul noto sito Youtube “Ponte Ciolo” per aver testimonianza di quanti temerari turisti si tuffano da un’altezza di circa quaranta metri verso il mare cristallino, a tratti verde smeraldo.

E proprio sotto, si apre la splendida Grotta del Ciolo, una delle più famose sulla Costa di Leuca e anche una delle più belle. E’ stata definita “Una meraviglia degna della penna di un poeta”, anche perché a renderla ancora più suggestiva è il laghetto che le dona colori e profumi mai sentiti prima.
Oltre ai tuffi dal ponte, l’arrampicata sulla roccia piena di insenature ed infratti, qui si possono fare anche delle immersioni, come nel caso di una nota scuola locale che ha girato dei video pubblicati sempre su internet che testimoniano la bellezza di questi luoghi, anche nei fondali.

Ville Ottocentesche

Ville Ottocentesche Elemento caratteristico di Santa Maria di Leuca sono senza dubbio gli edifici storici che la contraddistinguono. In particolare, le ville ottocentesche della frazione salentina sono tra le più belle della zona. La maggior parte di queste ville non esistevano fino ad un paio di secoli fa, quando Leuca non era altro che un semplice borgo di pescatori.

La prima villa fu realizzata nel 1700 e fu Villa Romasi, la più antica tra quelle ancora presenti. Fu solamente dopo la metà dell’ottocento che Santa Maria di Leuca cominciò ad essere residenza estiva dell’aristocrazia pugliese e, dunque, sorsero così le prime ville nei punti più panoramici. L’apice si ebbe tra il 1874 e il 1882, quando ad opera degli ingegneri Ruggeri, Rossi e all’architetto Arditi, sorsero ben 36 ville tutte con stile diverso tra loro: dallo stile francese a quello toscano, dal gotico allo ionico, dal cinese al pompeiano.

In realtà, le ville che si contavano verso le fine del XIX secolo erano precisamente 43. Alcune di queste, però, non hanno resistito alla guerra, altre invece dopo aver subito danni sono state ristrutturate in maniera totalmente diversa, tanto da alterarne le proprie caratteristiche reali. Di quelle meglio conservate fino ai giorni nostri, ci piace menzionare proprio Villa Ruggeri (che prende il nome dallo stesso ingegnere che l’ha realizzata) che oggi tutti conoscono come Villa Meridiana (stile liberty), per via proprio dell’orologio solare piazzato sulla facciata. Ma come dimenticare di citare Villa Mellacqua (stile neogotico) o Villa Sangiovanni (stile egizio) o anche la bella Villa Episcopo (stile cinese).

Ville Ottocentesche Tutta da vedere, ognuna da ammirare. Nonostante le differenze artistiche di ognuna di esse, condividevano alcuni elementi che ogni villa doveva assolutamente avere. Innanzi tutto, un grande giardino nella parte anteriore dell’edificio e un altro sul retro, utilizzato però per la coltivazione degli ortaggi e dei frutti. Ognuna delle ville ha un pozzo privato da dove si attingeva l’acqua, così come era presenta una stalla e la rimessa per le carrozze. Infine, non poteva certo mancare una cappella privata, dove campeggiava l’immagine della Madonna.

Gli aristocratici del tempo, amavano il mare e in particolare quello di Santa Maria di Leuca. Per questo motivo, sulla scogliere, sorgevano delle cabine che fungevano da spogliatoio per le signore. Erano le bagnarole, che riprendevano stile e colori delle ville d’appartenenza. Molte erano realizzate in legno e sono state rimosse, mentre alcune in muratura sono ancora visibili, seppur in disuso.

Oggi, turisti di tutto il mondo alloggiano ogni anno in queste ville. Infatti, alcune di queste sono state trasformate in strutture ricettive di pregio con tutti i comfort necessari per un soggiorno ancora più chic di quello che poteva essere per gli aristocratici che le abitavano nell’ottocento.

Fuochi di Ferragosto

Fuochi di ferragosto Leuca Il Ferragosto è una delle festività tipicamente italiane, che gli altri Paesi europei non hanno. C’è chi lo utilizza per le gite fuori porta, chi invece si piazza rigorosamente al mare perché altrimenti non lo “sente” come il vero 15 agosto. In realtà, questa festa ha origini antiche: è una festa che venne istituita da Ottaviano Augusto nel 18 a.C. per celebrare la fine dei lavori agricoli.
I festeggiamenti si estendevano a tutto l’Impero Romano e si organizzavano diversi eventi.

Con lo stesso spirito e voglia di festeggiare, seppur le motivazioni siano diverse, Santa Maria di Leuca saluta il ferragosto con una tradizione che si è ormai consolidata: i fuochi pirotecnici sul mare! Qui è una manifestazione molto sentita, tanto che per avere il panorama migliore c’è chi si piazza nei punti strategici già dalla mattina del 15 agosto e aspetta fino a sera per godere di quel meraviglioso spettacolo. I posti più ambiti sono quelli più alti, quindi Punta Ristola e anche Punta Meliso, anche se il posto migliore sembra essere il lungomare.

Ma, ovviamente, Santa Maria di Leuca comincia sin dalle prime ore del mattino a festeggiare il ferragosto. Lo fa con i riti tradizionali presso la Basilica De Finibus Terrae, per innalzare l’inno di lode alla Madonna protettrice della città, fino al pomeriggio con la suggestiva processione in mare dove centinaia di barche accompagnano il simulacro della Madonna, sulle note della banda musicale.

Musica, spettacolo, arte e religione si fondono insieme per un ferragosto che non dimenticherete. Il tutto, tra gli splendidi scenari di Santa Maria di Leuca.

Spiagge e Lidi

Spiagge e Lidi Il Salento è tutto da scoprire, ma i moltissimi turisti che ogni anno affollano le coste del sud della Puglia conoscono bene le fantastiche proprietà che le spiagge di queste zone offrono. Tra Adriatico e Ionio, le coste del Salento lidi sabbiosi e alte scogliere, dalle baie agli isolotti, sorvegliate da torri e fari.

Tra le mete preferite dei turisti c’è senza dubbio la Marina di Leuca. Qui molti amano andare a fare il bagno al pontile, una piccola baia naturale che sorge vicino la litoranea che la sovrasta. Quella di Santa Maria di Leuca è una delle zone più apprezzate per il mare verde smeraldo che si alterna con al’azzurro, oltre le attrattive che già abbiamo ampiamente affrontato nelle altre pagine di questo sito.

A poca distanza da Leuca vi è anche la Marina di Torre Vado, località balneare molto conosciuta nel basso Salento, per le sue belle scogliere che hanno favorito molto lo sviluppo del turismo e, di conseguenza, anche lo sviluppo dell’agglomerato urbano. Torre Vado prende proprio il nome dalla torre di avvistamento che domina sul mare. Costruita nel XVI secolo per volere di Carlo V, serviva a sorvegliare il Salento dagli attacchi dei saraceni.

Infine, non si può andare in queste zone e non visitare le “Maldive del Salento”. Stiamo parlando della zona di Pescoluse, non molto distante dalle altre due località delle quali accennavamo sopra. La spiaggia è veramente ampia, pulita e ben attrezzata. Il mare è cristallino e si riesce sempre a vedere il fondale, tanto che l’appellativo di Maldive del Salento non può proprio essere contestato! Non c’è nulla da invidiare alle località esotiche.

Pescoluse è una delle più belle spiagge di tutto il Salento. A contribuire, oltre alle meraviglie che la natura ha voluto riservare per questi posti, vi è anche l’aiuto e il comfort che arriva dalla mano dell’uomo: ovunque troverete bar e ristoranti, alberghi e bed and breakfast, discopub e altri locali dove divertirvi e fare nuove amicizie.

 Vacanze Santa Maria di Leuca: Appunti di Viaggio